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Sedilo
(OR), capanna 4 di Serra Linta
(da Meloni 1988).
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Pianta
della capanna 4
(da Tanda 1992).
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Il Neolitico recente, rappresentato dalla cultura
di Ozieri, è per la Sardegna un momento di straordinaria
crescita, dell'affermarsi di nuovi costumi, rituali funerari,
manifestazioni artistiche. Tali trasformazioni avvengono entro
un arco cronologico compreso tra gli ultimi secoli del IV e
la prima metà del III millennio a.C.
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Questo
aspetto culturale è il primo ad investire tutta
l'Isola, pur presentandosi variamente e con diversa
concentrazione. Esso comincia con la fase di San Ciriaco,
circoscritta cronologicamente entro i limiti iniziali
del Neolitico recente, e termina con quella denominata
Sub-Ozieri da considerarsi ormai eneolitica e che prelude
agli aspetti di Filigosa e Abealzu.
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Thiesi
(SS), domus de janas di Mandra Antine,
pianta e prospetto (da Tanda 1984).
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L'entità
e il numero delle attestazioni basterebbero a dimostrare un
forte incremento demografico: le genti neolitiche, stanziali,
vivono in grotte e ripari sotto roccia (Sa Ucca de Su Tintirrioulu
e Filiestru-Mara, Grotta Guano-Oliena) oppure in villaggi, estesi
anche vari ettari, di capanne solitamente circolari o ovali
(Su Coddu-Selargius, Cuccuru S'Arriu-Cabras, San Gemiliano-Sestu),
spesso parzialmente infossate nel terreno e costruite in materiali
deperibili, a volte con zoccolo lapideo (Puisteris-Mogoro) e
articolate in più ambienti (Serra Linta-Sedilo).
Il
frequente ritrovamento di macine e macinelli e i dati
di scavo (grano e orzo da Grotta Guano) descrivono un'economia
basata o almeno integrata dall'agricoltura; è
inoltre testimoniato l'allevamento di pecora, bue e
maiale (in particolare da Filiestru).
Riguardo
al problema delle origini, ricercate dapprima in area
egea e orientale, vari Autori convergono oggi sull'ipotesi
che molte manifestazioni considerate tipiche della cultura
di Ozieri trovino alimento non solo in influssi esterni,
riconoscibili in fasi non iniziali, ma anche nel sostrato
locale del Neolitico medio (cultura di Bonuighinu, IV
millennio), in cui è tra l'altro già presente
la sepoltura in grotticella artificiale, o domus de
janas.
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Mores
(SS), dolmen di Sa Coveccada,
prospetto e pianta (da Atzeni 1981).
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Queste tombe, che si aprono sul piano di campagna
o sulle pareti rocciose, sono divenute parte integrante del
paesaggio dell'Isola; si contano a migliaia, isolate o, numerose,
a formare delle necropoli (Anghelu Ruju-Alghero, Montessu-Villaperuccio,
Sant'Andrea Priu-Bonorva, Mesu 'e Montes-Ossi, Ispiluncas-Sedilo).
Si tratta generalmente di deposizioni collettive,
con inumazione secondaria. La loro tipologia è quantomai
varia: dalla forma semplice, monocellulare, a quelle a pianta
complessa, con dromos, con serie di vani a sviluppo longitudinale
o centripeto, "a casa". Molte presentano elementi,
scolpiti o dipinti, costituiti specialmente da motivi architettonici
come porte, finestre, pilastri, focolari, riproduzioni di strutture
lignee, tetti di travi a raggiera o a doppio spiovente.
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Frequenti
sono anche gli elementi simbolici a bassorilievo, dipinti
o graffiti, in particolare le protomi o corna taurine,
che rimandano a un'entità divina maschile, e
il motivo della falsa porta, che può alludere
a un passaggio verso l'aldilà (porta inferi).
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Goni
(CA), Pranu Mutteddu,
planimetrie di due tombe (da Atzeni 1988). |
A
questo periodo risalgono inoltre le prime espressioni megalitiche
e di tipo misto, ipogeico e megalitico (Pranu Mutteddu-Goni,
Montessu, circoli di Arzachena) che riproducono i più
usuali schemi ipogeici. Una molteplicità di altri elementi
culturali quali le statuine femminili a placca, statiche e stilizzate,
i menhir, i luoghi di culto, concorre ad attestare la complessità
del mondo spirituale delle genti Ozieri, che verosimilmente
avevano fede in un mondo ultraterreno.
La
produzione materiale comprende una ceramica considerata
molto tipica, spesso riccamente decorata a impressioni
di motivi geometrici e a volte antropomorfi, con un'ampia
gamma di forme quali il "vaso a cestello",
la pisside, il tripode: questa produzione è indizio
di significative connessioni con l'ambiente Egeo, Malta,
Creta.
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Varie
provenienze, ceramica (da Atzeni 1980).
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All'industria
litica in selce e ossidiana si affiancano le prime esperienze
di metallurgia (Su Coddu, Pranu Mutteddu).
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Senorbì
(CA), Turriga,
statuina in marmo (da Atzeni 1978).
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Perfugas
(SS), industria litica
(da Pitzalis 1989).
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